Una madre che fa male – Cap. 7

Male[

ESTRATTO DAL CAP. 7]

– Non capisco di cosa stai parlando, mamma.
– Orgasmo. Sto parlando dell’orgasmo femminile, tesoro. Non siete solo voi maschietti ad averlo, dovresti saperlo. In voi è una cosa più manifesta ed è collegata all’eiaculazione. In noi donne funziona in maniera diversa, ma questo non significa che non ci piaccia o che non sia un nostro diritto averlo, come lo avete voi. Le dinamiche sono molto diverse e, per questo, se un uomo vuole far avere un orgasmo ad una donna, non può limitarsi a muoversi come un animale, ma deve dedicarle attenzione.
– Quindi oggi papà non ti ha fatto avere l’orgasmo?
– Oggi no. Non è sempre così. A volte invece succede. E se non succede, lo faccio succedere io.
– Cioè?
– Cioè… è molto semplice. Come tu ti masturbi, anche le donne lo fanno.
– Accidenti, mamma, mi stai dicendo che anche tu ti tocchi? Io credevo che fossero cose che fanno i ragazzi che non hanno ancora fatto sesso, ma che poi non si fanno più.
– Ed invece non è così. Certo, se hai un partner, ci sono molte altre cose che si possono fare insieme, ed anche più piacevoli. Resta sempre il fatto che non c’è nulla di male a masturbarsi, da soli o col proprio compagno. E quindi, sì, anche a me, qualche volta, capita di farlo. Non è che adesso che lo sai, ti metterai a spiarmi, vero?
– Come tu hai fatto con me, mamma? Non di certo, non mi permetterei mai. Sai che ti rispetto.
– Bé, comunque sia, visto che siamo in vena di confidenze, sappi che, se un giorno tu dovessi sorprendermi a farlo, non ti sgriderei. Voglio dire… è una cosa di cui non mi vergogno e quindi non deve essere vista come un tabù. Infatti siamo qui ne parliamo liberamente e alla pari.
– Perché mi dici questo, mamma?
– Perché ti voglio bene e mi piace pensare che tu viva con naturalezza certe cose. Tra di noi non ci debbono essere misteri. Io ho visto te e sarebbe sbagliato ed ipocrita se dicessi che tu non devi vedere me. Cioè… se mai dovesse accadere.
– Sì, ma io non so se voglio vederti. – disse Mauro, un po’ in colpa perché sapeva di contrariare la madre.
– È perché io sono tanto più vecchia delle tue compagne di classe o di quelle che guardi nei tuoi filmini?
– No, è perché tu sei mia madre e non sta bene che io sappia certe cose, – rispose lui.
– E chi ha stabilito queste regole? Se tra di noi c’è confidenza, non vedo perché tu non debba sentirti alla pari con me. Ci deve essere equilibrio nelle cose. Non possiamo usare due pesi e due misure solo perché io sono tua madre. Non devo mettermi al di sopra di te. Se siamo così in confidenza per parlare di certe cose, è stupido poi invocare una morale dettata da non si sa chi e che ha poco a che fare con quello che siamo noi. Parliamoci chiaro, tu ed io ci siamo visti nudi mille e mille volte. Negli ultimi tempi sono anche successe altre cose. So che ti masturbi, so che lo sai, ho visto come lo fai e anche di più, e per me va bene che le cose stiano così. Oggi mi hai visto fare sesso con tuo padre e ti ho detto che mi masturbo. Questo ti crea dei problemi?
– No, – rispose Mauro, dopo un attimo di esitazione.
– Bene. Io credo che tu ormai sia grande. Non hai l’età di tua sorella. Sei un adulto ed io voglio trattarti come tale. Sei mio figlio, ti voglio bene, ti amo più della mia stessa vita e quindi non voglio nasconderti nulla. Oggi ci siamo detti delle cose molto importanti e a me ha fatto molto bene confidarmi. Ora anche tu sai che tuo padre non mi soddisfa come vorrei. Ho bisogno del mio piacere, come tutti gli altri. Se non lo posso avere da mio marito, me lo procuro da sola. Mi sembra ragionevole.
– Certo mamma. Io avevo capito che tu dicessi che volevi che io ti spiassi.
– Ma, tesoro mio, sarebbe ridicolo che tu mi spiassi. Se tu provassi curiosità per quello che faccio e come lo faccio, non avresti altro da fare che dirmelo. Non ti vorrei mai sorprendere dietro una porta. È questo che voglio da te: che siamo aperti e sinceri, anziché farci le cose di nascosto.
– Si, ma io non credo di essere curioso, in questo momento. Non so… Sono un po’ confuso.
– Va bene, non c’è problema. Era solo per parlare, per farti sapere che, se hai delle curiosità, dei dubbi, vuoi sapere qualsiasi cosa, io sono qui e non mi tirerò indietro di fronte a nulla.
– Grazie mamma, – fu la timida risposta di Mauro, il quale rimase in silenzio per alcuni istanti, come per cercare le parole adatte per andare avanti. – A te, però, non darebbe fastidio se io stessi a guardarti, come tu hai fatto con me? Perché per me è stato un po’ imbarazzante che tu fossi lì con me.
– Non intendevo proprio questo, ma… no, non sarebbe affatto imbarazzante. Sarebbe un piacere. Il mio piccolo amore che mi guarda in un momento che è solo mio. Sarebbe davvero molto bello per me, perché so quanto tu mi vuoi bene e so che, se sai che una cosa mi fa piacere, ne sei felice. Mi spiace che tu ti sia sentito imbarazzato, l’altro giorno. Però, dopo, hai visto che sei riuscito a superare quel momento, con il mio aiuto. Non è stata una bella sega?
– Sì, mamma, lo è stata. Ed è vero che se so che sei felice, lo sono anch’io.
– Allora facciamo una cosa, tanto per non creare situazioni di imbarazzo. Ci promettiamo reciprocamente che, la prossima volta che avremo voglia di toccarci, lo diremo, così l’altro lo saprà e si comporterà di conseguenza. Mettiamola così: se tu vuoi la tua privacy ed io so cosa stai facendo, non verrò certo a disturbarti. E se tu sai cosa sto facendo io in un determinato momento, potrai tenerti alla larga, a meno che tu non sia curioso di saperne di più, allora vieni da me e mi chiedi tutto quello che vuoi. Ti va? Mi prometti che me lo dirai?
Mauro accettò e promise, sebbene dentro di sé fosse un po’ riluttante. Non voleva mortificare l’entusiasmo della madre.

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